II Mediterranean Experiences Festival
IX International Journalism & Arts Award “Gino Votano”
(Reggio Calabria, 20-22 maggio 2011)
Concorso
L’associazione culturale Teatro del Mediterraneo onlus organizza per il nono anno consecutivo il premio internazionale festival).
Quest’anno ci sono tre sezioni specifiche di selezione al
concorso e altre che permettono di premiare artisti, tecnici,
giornalisti e autori in modo trasversale. La giuria è mista
composta da giornalisti, dagli organizzatori e dai ragazzi che
partecipano al festival.
La sessione Emozioni : Felicità
La sessione Emozioni per opere, documentari, cortometraggi o
filmati, che parlino del modo di trasmettere e vivere la propria
interiorità apprezzando il mondo degli altri.
La sessione Sensi : Ferite
La sessione Sensi per opere, documentari, cortometraggi o
filmati, che parlino di ferite profonde che la Storia lascia sui
Popoli nel Quotidiano, soprattutto su chi è indifeso.
La sessione Giochi : Noia e Seduzione
La sessione Giochi per opere, documentari, cortometraggi o
filmati, che parlino delle strategie di dialogo, messe in atto
tutti i giorni per avvicinarci agli Altri o per superare le
barriere individuali.
Premi speciali possono
essere assegnati anche ad opere delle sezioni collaterali o
fuori concorso.
OPERE SELEZIONATE
I sessione Emozioni : Felicità
Il pianeta
perfetto, di Astutillo Smeriglia, Italia, 2010, 8’
Esiste un pianeta dove tutto va per il meglio: non ci sono
delitti né ladri, non ci sono guerre né malattie. Un pianeta
quasi perfetto, almeno per lo spettatore, perché abitato,
kafkianamente, solo da gentilissimi scarafaggi. Basta non
abbellire un brano musicale mentre lo si esegue per finire in
tribunale e capire qual è la vera condanna, tutta umana. Un film
di animazione di Astutillo Smeriglia, autoprodotto, che conferma
un talento: saper creare mondi che raccontano, tra risate
surreali, del nostro.
Ritratto di
un private banker, di Ricky Farina, Italia, 2009, 10’
Un uomo al mare racconta la sua vita, il suo lavoro, i
suoi amori: tutti vissuti nella
tradizione berlusconiana. Un versante della medaglia poco
presente al cinema, ripreso in diretta da Ricky Farina. L’uomo
adagiato tra gli arredi dei bagni Twiga di Forte dei Marmi parla
e lo spettatore incontra uno spicchio della soddisfatta
ambiguità morale dominante.
Alice et moi, di Micha Wald, Belgio, 2004,
19’
Simon deve accompagnare al mare l’anziana zia Mala e le sue due
amiche Lydia e Colette. Durante il viaggio in macchina riceve
una telefonata da Alice, la sua ragazza, colloquio che si
trasforma in una discussione spiacevole. Da buone vecchie zie
ebraiche, le tre donne iniziano ad interferire e il viaggio si
trasforma in una piccola odissea tragicomica.
Don’t Worry, di Giacomo Agnetti, Italia,
2009, 7’
Uno speaker ci accompagna serenamente nel suo ragionamento che
passo dopo passo vede l’umanità finire nel cestino del software
divino. Un allegra dimostrazione, con tono da mockumentary, di
quanto l’uomo si sia impegnato per crearsi e creare problemi. Un
film, tra animazione e grafica, che sembra arrivare da un
osservatore di un altro pianeta, mentre è del nostro, con
qualche disincanto in meno.
La via
dell'Armonia, di Fabrizio Di Giammarino, Italia, 2010, 4'
Grande gestualità alla ricerca della via dell'armonia attraverso
una profonda concentrazione zen.
Il
Labirinto di Porsenna, di Francesco Votano, Italia, 2011, 20'
Grande gestualità alla ricerca della via dell'armonia attraverso
una profonda concentrazione zen.
---------------------------------------------
II sessione Sensi : Ferite
L’art délicat de la matraque, di
Jean-Gabriel Périot, Francia, 2009, 3’
Sulle potenti note di This is not a love song, scorrono sullo
schermo immagini di repertorio di pestaggi della polizia sui
civili. Il regista Jean Gabriel Périot prosegue nel suo
personale percorso di recupero della memoria e di lettura della
storia e della violenza attraverso il montaggio di materiali
d’archivio. Questo film fa parte di un’opera collettiva, Outrage
& Rebellion, nata in seguito a un’aggressione della polizia a
Montreuil il 9 luglio 2009.
Regila (On
Leave), di Asaf Saban, Israele, 2009, 15’
Questa non è la storia di un male specifico che attanaglia un
personaggio preciso, un soldato israeliano in licenza. È la
storia di un male oscuro che è incurabile: la guerra. Ora, il
nostro è giovane, e agisce di impulso. La famiglia cerca di
interpretarne gli strani comportamenti, dettati quasi da una
fame inspiegabile. Di libertà, di novità, di sesso. E invece, il
male si aggira. Film di diploma di un giovane talento del cinema
israeliano, una storia dura come un sasso che non si riesce a
mandare giù. Per fortuna.
Stato
privato, di Luigi Marmo, Italia, 2009, 14’
Un uomo viene licenziato, un altro scompare, si prepara una
bomba molotov e un video del presidente Calamandrei ricorda un
articolo della Costituzione: lo Stato dovrebbe togliere gli
impedimenti allo sviluppo di ciascuno. Il film di Luigi Marmo
usa una narrativa spezzata e claustrofobica per mettere in scena
un attentato simbolico all’Italia e al suo divenire. Lo fa
riuscendo a dare corpo ai versi che appaiono sullo schermo:
Troppo comoda e composta è la mia generazione / poveri noi in
solitudine non si fa la rivoluzione.
Afvist (Denied),
di Aage Rais-Nordentoft, Danimarca, 2009, 16’
Maggio 2009, Danimarca: un gruppo di Iracheni richiedenti asilo
si rifugia in una chiesa per evitare l’espulsione dal paese.
Molti di loro vivono a Copenaghen da anni, hanno una famiglia,
figli nati in Danimarca. Il 13 agosto 2009 il governo decide di
usare la forza: interviene la polizia, che sgombera la chiesa e
carica i manifestanti pacifici radunati all’esterno. Questo è il
racconto di quello che è successo, quasi interamente
autofinanziato dal regista
Giuditta
Levato di Mimmo Raffa, Italia, 27'
Mille storie, una donna, storia di una consigliera di parità.
Testimonianze di una donna antimafia.
Big Mouth,
di Henry Darke, Gran Bretagna, 2010, 14’
Bud ha 19 anni ed è sordomuto. Anche a causa della sua
ostinazione, non ha un buon rapporto con la sua famiglia. Il suo
migliore amico - anche lui incapace a udire e parlare - sta per
lasciare la città, e Bud dovrà imparare a fare a meno del suo
supporto. Tra Meadows e Loach, il giovane Henry Drake pianta le
basi nella tradizione del cinema sociale british, rivelando
grande freschezza e talento. I due protagonisti, veri sordomuti,
fanno il resto. Sceneggiato con Harry Wootliff, autrice di Trip,
in concorso al MFF nel 2008.
Kosovo, di
chi ? di, Tonia Cartolano, Sky Tg 24, Italia, 2011, 8'30"
Un reportage giornalistico sul Kosovo, che dopo la disastrosa
guerra dei Balcani cerca una strada per la sua indipendenza.
The End of
the Line, di Rupert Murray, Gran Bretagna
Ovvero il capolinea, il punto di non ritorno, fissato per il
2048. Mancano meno di quarant'anni. È questa la data entro la
quale, secondo alcuni scienziati, non ci saranno più pesci negli
oceani se l'uomo continuerà a pescarli in modo sconsiderato. Il
film prodotto con il supporto del WWF, presentato in anteprima
mondiale nel 2009 al Sundance Film Festival racconta una di
quelle scomode verità sull'ambiente che troppo spesso l'umanità
sceglie di ignorare.
L'Altra
Rivoluzione, di Raffaele Brunetti e Piergiorgio Curzi, Italia,
52'
A Capri Gorkji inventò la prima scuola rivoluzionaria della
Storia, e in questa villa sul Mediterraneo, c'é anche un
giovanissimo Lenin.
---------------------------------------------
III sessione : Giochi : Noia e Seduzione
Une leçon particulière, di Raphaël
Chevènement, Francia, 2007, 10’
Cyril ha 16 anni, la sua insegnante, Eva, 27. Un pomeriggio come
un altro, in casa di lui; una lezione privata di letteratura
francese, proprio come tante. O forse no, perché questa volta
l’oggetto della spiegazione è un poema d’amore di Victor Hugo.
Un poema che racconta i giochi di seduzione tra uomini e donne
appartenenti a un tempo lontano dal nostro, in cui gesti e
parole avevano un significato diverso. O forse no. Tra Truffaut
e Rohmer, la lezione privata si carica di erotismo sotterraneo e
di teneri doppi sensi.
Diesis 3,
di Franke Frigo, Italia, 2009, 12’
Una notte in macchina, tra radiotrasmittenti e parole d’ordine,
per giocare a un disumano tiro al bersaglio. Terzo capitolo di
una trilogia sulle “brevi dalla società liquida”, il film
diventa una metafora agghiacciante di certi atteggiamenti
italiani. Estremo nella regia, tra ralenti e piani cortissimi,
paradossale nella storia: un cortometraggio che ha il potere di
evocare l’orrore contemporaneo, senza freni.
Milos Tomic Kao Vo…, di Milos Tomic,
Serbia, 2003, 2’
Un ragazzo in abiti civili si trasforma in un tipico soldato con
baffi e testa rasata.
Anna, di Ruben Pest, Paesi Bassi, 2009, 5’
Le ragazze, si sa, maturano prima dei ragazzi. Capiscono prima
le cose dell’amore, colgono sguardi e pensieri, sono capaci di
manipolarli e di controllarli. Soprattutto, capiscono quando un
ragazzo si avvicina e vorrebbe dire e fare, ma è attanagliato
dalla timidezza. Come in questo corto: un giro sulla ruota
panoramica, di quattro minuti, racchiude una dichiarazione d
amore che rimarrà silenziosa.
Walrus, di
Christophe Reiner, Austria, 2009, 5’
Scena fissa, un gruppo di amici è seduto a un tavolo sul fondo,
non sentiamo cosa si dicono. Seguiamo la storia di amore di uno
di loro, tutto attraverso una telefonata, con risvolti
imprevedibili. Da un regista che ama giocare con il cinema e
spiazzare lo spettatore. E come non pensare al Lennon di I am
the Warlus - Io sono un tricheco - concepita dall’autore come
ossessivo nonsense in risposta a chi cercava a tutti i costi
significati reconditi nei suoi brani...
Galetten,
di John Hellberg, Svezia, 2008, 22’
Per scandagliare i comportamenti umani, gli autori scandinavi
spesso inseriscono i loro personaggi in situazioni al limite del
sopportabile, scatenando reazioni imprevedibili (vedi Dogma).
Come ci comporteremmo se un nostro amico carissimo ci chiedesse
di fidarci totalmente di lui? A tutti sarà capitato, quel
imbarazzo difficile da accettare, complicato da gestire. Simon
chiede ai suoi due migliori amici di prendersi un giorno di
ferie per fare qualcosa di davvero speciale. Controvoglia,
accetteranno. Nell’imbarazzo della situazione, quale sarà la
loro reazione?
Please Say
Something, di David OReilly, Irlanda, 2009, 10’
Lui è un topo, lei una gatta: la coppia classica del cinema d
animazione ritorna in un mondo in 3D scarnificato ed essenziale,
perfetto per travolgere le emozioni. Dopo anni di combattimenti
provano ad amarsi, ma non è una vita facile quando il topo è un
romanziere in crisi e lei è timida. Un piccolo capolavoro,
scandito in rapidissimi episodi tra risate e isteria, per una
nuova frontiera dell’animazione.
Dokumenta 1 : Il contributo dell’industria
all’Unità di Italia
Documentari degli anni Trenta e Cinquanta sul lavoro nelle
aziende del triangolo industriale
“La Sutter negli anni Trenta”, (Italia,
50’)
“Io sono l’acciaio”, (Italia, 5’29”)
“In viaggio con l'acciaio”, (Italia, 10’)
“Gli orafi valenzani” (Italia, 11'), di Adolfo Pizzi
Dokumenta 2 : Fiori, volti, canti e parole
del Sud"
La nostra
storia, Nicola Zitara, un meridionalista scomodo, di Francesco
Votano, Italia, 2011, 13’ 50"
Da un'intervista di Francesco Votano nel 2007 a Nicola Zitara,
meridionalista scomodo, anarchico e socialista, emerge uno
spaccato della storia della Calabria, da Zanotti Bianco alla
Repubblica Rossa di Caulonia, dalla forma partito nel dopoguerra
al rapporto tra Sud e Stato.
La nostra
storia, Il Padronato e i Ragazzi di Locri, di Francesco Votano,
Italia, 2011, 5’10"
Da una discussione con Nicola Zitara e la moglie Antonia Capria
emerge l'idea del Padronato e il senso della rivolta dei Ragazzi
di Locri, dopo l'omicidio Fortugno.
“Hjuri e Rispetti nel mondo dei
Cuntruvadori”, con Francesco Macrì e Pino Piromalli, Italia, 45'
Un progetto filologico e spettacolare di riconquista melodica e
linguistica dei suoni e dei saperi della corte mediterranea di
Federico II, dallo zejel arabo all'endecasillabo italiano
Volti di Gallico, Italia, 2011
La Memoria impressa nel volto e nelle voci di uomini e donne di
Gallico. L'idea di un mondo che trasmette tradizioni e
linguaggi, nell'era postanalogica.
Focus 1 : Africa Coast to Coast : dalla
Nigeria di Ben Oduwole e dalle donne di Capo Verde al Magadascar
"Tourism, Nigeria's unexploited gold mine"
Regia Dolly Esindu
durata: 60 minuti
"J.J. cerca casa"
Regia: Ben Oduwole
durata: 18'
Puntata Pilota di una sitcom
Lingua: italiano
Girato a Roma racconta la storia di un ragazzo nigeriano che
affitta non senza difficoltà un appartamento a Roma, e che a
causa del canone troppo alto è costretto a dividerlo con un
gruppo di suoi amici.
"An african wedding in Rome"
Regia: Ben Oduwole
durata: 60 minuti
Lingua: inglese con sottotitoli in italiano
Girato a Roma racconta la storia di Oliver e Rose, due giovani
africani preparano il loro matrimonio tradizionale a Roma. Però
la sera della festa dia addio al celibato, organizzata da amici
di Oliver, Rose scopre una cosa che la fa molto arrabbiare...e
decide di disertare la cerimonia....
"Mariscica
fu la prima" (Donne migranti Capo Verde)
Regia di Annamaria Gallone Durata: 1 ora 22’’
Sono tutte donne e son protagoniste di un fenomeno molto
particolare: una migrazione al femminile in un’Italia che negli
anni ’80 conosceva solamente la realtà dell’emigrazione. Sono
donne che hanno lavorato duro, che hanno cambiato il proprio
destino e che ora, tornate nelle isole d’origine, ci raccontano
la storia della loro vita profondamente umana.
"Madagascar, l' ile au bout du Monde"
durata 52'
regia: Vincent Verra
Focus 2: A Est
“Verso Est”, con Tgr Friuli Venezia Giulia
Filmati su come è cambiata la percezione sociale e artistica nei
paesi dell’est Europa
Forum 1 : Profumo di ciclamini
"Profumo di
Ciclamini" di Francesco Votano, Italia, 2011, 12'00"
Gli intellettuali del Mediterraneo, testimoniano le svolte nei
paesi del Nord Africa dal 2009 al 2011. da Tahar Ben Jelloun, il
massimo intellettuale del Mediterraneo, scrittore marocchino a
Farid Adly, giornalista libico.
"Le verità di Wikileaks"
di Francesco Votano, Italia, 2011, 7'10"
Kristinn Hrafnsson, portavoce di Wikileaks, parla della rivolta
dei Ciclamini in Tunisia, dell'influenza di Wikileaks e delle
sue rivelazioni, dei risvolti in India, ma anche del ruolo
dell'Informazione e dei Grandi Poteri del Villaggio Globale.
“Profumo di ciclamini”, con Nabila
Zayati, Ansamed, Farid Adly, giornalista libico, Mimmo Candito,
Reporters Sans frontier, Marco Clementi,Tg 1, Carlo Parisi, Fnsi,
Tonia Cartolano, Sky Tg 24, Sakhno Navarro, Ansa Malta,
Francesco Votano, Tg 1
"Con i ribelli di Bengasi : sotto attacco"
di Marco Clementi, Rai, Tg 1, Italia, 3'00"
Inviato del Tg 1 a Bengasi, Marco Clementi racconta con parole e
immagini la sua esperienza tra i ribelli anti Gheddafi.
Labo:
“La biosfera mediterranea”, con
fondazione Feltrinelli, Università per stranieri “Dante
Alighieri”
“la comunicazione audiovisiva a Malta” con Sakhno Navarro,
giornalista maltese, Università di Malta
“Teatro e periferie : il caso Librino” con
Orazio Condorelli
Fluxus :
Trio Felice Zaccheo, fado
Incontri
Giornalisti, studenti e pubblico potranno dialogare e
intervistare previa prenotazione autori e convegnisti
De Gustibus
I cibi del Mediterraneo
Orizzonti : Tracce
"Jazz Voices" di Massimo Volponi
"San Giorgio Morgeto : il legno e il vetro" di Michele De Maria
Cassettone con specchiera
Mobile classico in stile neorinascimentale, realizzato in noce
nazionale.
L'esecuzione è stata realizzata con tecniche di ebanisteria,
impreziosite con una verniciatura in gomma lacca e lucidatura
con cera vergine d'api.
Lo specchio sovrastante riprende alcuni motivi tipici dello
stile neorinascimentale. Vi troviamo infatti delle lesene
laterali con capitello intagliato che incorniciano lo specchio,
così come la dentellatura sottostante la cornice di chiusura.
I comodini
I Comodini sono realizzati nello stesso stile e con lo stesso
legno del cassettone, rappresentano il suo completamento, si
notino infatti le stesse modanature riprese nella cornice
sottopiano ed in quella di base.
La vetrina
La vetrina è in stile neoclassico, realizzata in legno di
ciliegio americano, il colore è bruno rossastro e riprende nella
struttura gli stessi motivi decorativi utilizzati nella
specchiera del cassettone.
De gustibus
"Il
Vino segreto" (Italia,
4')
Un documentario breve e divertente, ma intenso sul vino di
Canelli, una magia che dalle cantine sale fino al palato dei
popoli di tutto il mondo. Un modo per fare poesia con il filmato
industriale
Giudizi
I film selezionati in concorso, a meno di eccezioni dell'ultima ora, sono in tutto 22. L'intera lista dei film selezionati si può leggere nel link programma. La giuria ha dato un voto da 0 a 10 con un giudizio motivato sulla storia, la fotografia, il montaggio e l'eventuale interpretazione. Tutti i giurati hanno votato alla email : radiocampus@libero.it.
1. Milos Tomic Kao Vo…, di Milos Tomic, Serbia, 2003, 2’
Un ragazzo in abiti civili si trasforma in un tipico soldato con baffi e testa rasata.
totale : 41,0 (6)
Pietro Furfaro, voto 6
Il cortometraggio intitolato "Milos Tomic Kao Vo…, "
rispecchia,grosso modo, la vita militare. Infatti ,come
ci mostra Milos Tomic nel suo corto, i soldati spesso
vengono costretti a cambiare le proprie abitudini di
vita, che in questo caso vengono identificati come il
tenere i capelli e la barba in un certo modo.
Sceneggiatura e montaggio molto semplici.Gli effetti
sonori a mio parere poco si addicono al vero significato
del cortometraggio.
Marco Papandrea, voto : 7
Sceneggiatura molto semplice, con un sottofondo di
rumori tratti dalla vita quotidiana. Sempre voler
indicare come è facile la trasformazione da semplice
ragazzo a soldato; ma i rumori di sottofondo ed i flash
di immagini che ogni tanto appaiono richiamano una
quotidianità ed una normalità di vita che si sta per
abbandonare in vista di un futuro incerto.
Francesco Macrì, voto : 7,5
La trasformazione di un giovane civile in un soldato non
avrebbe nulla di speciale se non fosse per il modo in
cui avviene. Lì sta tutta l’originalità di questo corto
reso interessante più che dalla storia, dall’idea da cui
è nato il canto degli uccelli che accompagna la
trasformazione viene sovrastato dalle note di una marcia
militare, quasi ad indicare che il ragazzo si è
trasformato in soldato.
Luca Antico, voto : 6,5
Il corto é montato in modo efficace, infatti anche se
breve riesce a spiegare bene il suo significato. Dai
suoni si intuisce all'inizio un clima molto tranquillo
che subito dopo cambia. Il ragazzo comincia a perdere la
sua personalità per vestire i panni del soldato. Si
vedono anche dei flash in cui compare una donna, Lo
leggo come l'abbandono della famiglia, della moglie e
degli affetti, per andare a combattere per la sua
patria.
Lucia Iannò, voto: 5
Montaggio di effetto,anche se visibili gli effetti fatti
grazie all'uso del pc. Sceneggiatura scarsa,e di
contenuto sterile. Un ragazzo di buon mattino decide che
da ragazzo per bene da cui discendeva si doveva
trasformare in un soldato,presumibilmente per salvare la
patria,così abbandonando gli affetti cari.
Paola Romeo, voto : 9
Breve. Efficace. Geniale. Laborioso. Uno dei pochi film
in cui i titoli di coda sono molto piacevoli.
2. A Felicidade (Happiness), di Jorge Silva Melo, Portogallo 2008, 8’
Cos’è la felicità? Forse
correre superando ogni ostacolo verso
l’oceano, o forse la felicità è adesso,
come si legge su un cartellone
pubblicitario. Padre e figlio sono in
auto verso una meta sconosciuta, e il
breve viaggio sarà l’occasione per
chiedersi dove stia la felicità. Il
finale è di quelli che tolgono il fiato.
totale : 45,0 (6)
Francesco Macrì, voto
7
Un breve viaggio di un padre e un figlio incorniciato in
immagini che vanno oltre i protagonisti può far chieder
dove possa essere la felicità. Nell'immensità
dell'oceano, nella corsa felice di un giovane, nella
musica classica. Il cortometraggio presenta una
interessante sceneggiatura, bello l'alternarsi di
inquadrature, ora rivolte verso il padre e il figlio in
dialogo mentre viaggiano in automobile, ora a riprendere
degli esterni in una luminosa giornata portoghese. Il
tono a tratti sommesso del dialogo dei protagonisti
viene rinvigorito da una colonna sonora allegra e
delicata allo stesso tempo. Il montaggio riesce ad
essere dinamico, discreta la fotografia, molto intensa
l'interpretazione del padre.
Lucia Iannò, voto: 7,5
Montaggio e sceneggiatura di impatto! In un ambiente
familiare,papà e figlio si trovano a parlare della
felicità! Percorrendo le strade scambiandosi
opinioni,parlano di quel sentimento nascosto che
soltanto l'inconscio umano sà! Film molto
semplice,sembra banale ma è davvero emozionante se
scrutato nei minimi particolari.
Paola Romeo, voto : 8
Bella la sceneggiatura. Ricorda le isole greche. E’
fresco, quasi estivo. Bella la musica. Tanta saudade. I
ruoli si sono capovolti: il padre sognatore e il figlio
disilluso, annoiato, stanco. Finale scontato?
3
. Afvist (Denied), di Aage Rais-Nordentoft, Danimarca, 2009, 16’Maggio 2009, Danimarca: un gruppo di Iracheni richiedenti asilo si rifugia in una chiesa per evitare l’espulsione dal paese. Molti di loro vivono a Copenaghen da anni, hanno una famiglia, figli nati in Danimarca. Il 13 agosto 2009 il governo decide di usare la forza: interviene la polizia, che sgombera la chiesa e carica i manifestanti pacifici radunati all’esterno. Questo è il racconto di quello che è successo, quasi interamente autofinanziato dal regista.
totale : 43,0 (6)
Luca Antico, voto :
6,5
Il corto “Afvist” é un documentario sociale che racconta il
problema di persone che sono costrette a vivere come
rifugiati pur essendo cittadini di quel paese. Gente che
alla fine trova asilo in una chiesa e li si vedono scene
di vita quotidiana interrotte dall'irruzione della
polizia. Seguono scene di rastrellamenti e pestaggi. Le
scene sono girate talmente bene da farci immedesimare
profondamente nei problemi del protagonista, il
rifugiato.
Francesco Macrì, voto : 8,5
Il film è realizzato attraverso un utilizzo sapiente
delle macchina da presa. Belle le variazioni di luce in
ambienti diversi, le riprese in movimento, i primi piani
degli attori. Una fotografia dura e un montaggio a volte
macchinoso scandiscono il ritmo del racconto di un
gruppo di Iracheni richiedenti asilo politico, che per
evitare l'espulsione dal paese, la Danimarca, si rifugia
in una chiesa. Lì dormono, giocano come possono, fanno
passare il tempo.
Marco
Papandrea, voto : 8
Afvist è un cortometraggio che racconta di un gruppo di
Iracheni richiedenti asilo politico e rifugiati in una
Chiesa in Danimarca. Le scene sono ben fatte, le musiche
di sottofondo risultano abbastanza azzeccate. Il video
permette una buona immedesimazione nel racconto.
L'intervento dei rifugiati ha però uno spazio eccessivo
nel video che appesantisce il cortometraggio e lo rende
monotono.
Pietro
Furfaro, voto : 7
Cortometraggio molto coinvolgente sia per merito della storia
sia per il buon montaggio delle foto con l'audio.
L'argomento che in questo filmato viene trattato da Aage
Rais-Nordentoft si rispecchia nelle condizioni in cui
vivono molti cittadini di paesi poco democratici.
Lucia
Iannò, voto : 7
Sceneggiatura e montaggio ottimi,musiche e scale di suoni
molto coordinati e alquanto pertinenti. Protagonisti del
cortometraggio, un gruppo di Iracheni che chiedono
libertà politica e si rifugiano in una Chiesa in
Danimarca. Qui ridono, scherzano, cercano di badare al
divertente. Nel complesso ben strutturato e
significativo.
Paola
Romeo, voto : 6
Caotico. Peccato per i sottotitoli, magari erano
esplicativi. Documentario. Di denuncia sicuramente.
Comunque abbastanza chiaro nella sua tragicità. Buona
parte del film è girata al buio, ma più di ogni altro è
in luce la disperazione e l’angoscia di un popolo. Di un
gruppo.
4
. Alice et moi, di Micha Wald, Belgio, 2004, 19’Simon deve accompagnare al mare l’anziana zia Mala e le sue due amiche Lydia e Colette. Durante il viaggio in macchina riceve una telefonata da Alice, la sua ragazza, colloquio che si trasforma in una discussione spiacevole. Da buone vecchie zie ebraiche, le tre donne iniziano ad interferire e il viaggio si trasforma in una piccola odissea tragicomica.
totale : 36,5 (6)
Luca Antico, voto : 6
Il corto questa volta é tra il genere
commedia-drammatico. Le scene e la storia sono molto
semplici ma ben riuscite, si punta molto sulla simpatia
della zia di Simon e le sue amiche. Il diverbio nasce da
una telefonata che Simon riceve dalla fidanzata e
purtroppo mentre si parlano al telefono ci sono la zia e
le sue amiche che lo ascoltano.........Semplice e
simpatico.
Marco Papandrea, voto : 6
Simpatico cortometraggio. Simon dopo aver avuto una
discussione accesa con la sua ragazza, deve sopportare
la zia e le sue amiche che si intromettono in maniera
eccessiva. Sceneggiatura molto semplice, simpatiche le
musiche di sottofondo, sufficienti le riprese.
Lucia Iannò, voto : 6,5
Montaggio e sceneggiatura di qualità,musiche altrettanto
belle! Il cortrometraggio è alquanto divertente,questo
ragazzo nell'accompagnare la zia e le sue amiche a
mare,si imbatte in un litigio con la fidanzata. La zia e
le amiche,vecchie,pettegole e premurose,cercano di
indurre in ragazzo sulla strada giusta,facendolo
ragionare e facendogli capire dove ha sbagliato e come
fare per rimedire. Sarebbe stato meglio avere i
sottotitoli per una migliore comprensione del film.
Tutto sommato,divertente. Un viaggio fatale!
Pietro Furfaro, voto : 6
A causa della lingua interamnete in francese si riesce a
capire il senso del corto "Alice et moi" di Micha Wald
solo dalle immagini.Comica la figura delle tre anziane
che si trovano in macchina con il protagonista.Montaggio
buono con effetti discreti.
Francesco Macrì, voto: 8
Inizia male il viaggio di Simon, protagonista di "Alice
et moi". Deve accompagnare la zia e due sue amiche al
mare. Appena una di queste vede la macchina con cui
faranno il viaggio comincia a lamentarsi. Durante il
percorso poi le donne gli fanno mettere musica e
ascoltare la radio, ma sembra che lui non gradisca
particolarmente. Ma il centro del film sono le
telefonate che ci saranno tra Simone e Alice, la sua
ragazza. Le forti discussioni tra i due non impediranno
alle tre anziane signore di intromettersi e di
consigliare al giovane di lasciar perdere la ragazza. I
dialoghi hanno un buon ritmo, il film è piacevole e ha
una bella sceneggiatura. Buona la scelta delle luci e la
fotografia, considerando soprattutto che è in bianco e
nero. Oltre ai dialoghi, le musiche, ben inserite,
contribuiscono a tenere sostenuto il ritmo.
Paola Romeo, voto : 4
Carino il montaggio. Magari con i sottotitoli sarebbe
stato meglio. Un po’ troppo statica la fotografia. I
dialoghi forse erano anche interessanti. Non lo saprò
mai.
5
. Anna, di Ruben Pest, Paesi Bassi, 2009, 5’Le ragazze, si sa, maturano prima dei ragazzi. Capiscono prima le cose dell’amore, colgono sguardi e pensieri, sono capaci di manipolarli e di controllarli. Soprattutto, capiscono quando un ragazzo si avvicina e vorrebbe dire e fare, ma è attanagliato dalla timidezza. Come in questo corto: un giro sulla ruota panoramica, di quattro minuti, racchiude una dichiarazione d amore che rimarrà silenziosa.
totale : 42,5 (6)
Pietro Furfaro, voto :
7
Il cortometraggio intitolato "Anna" rispecchia il
classico problema in cui incorrono i giovani, il
rapportarsi con l'altro sesso. Buon montaggio di
immagini e audio.
Lucia Iannò, voto: 8
Effetti straordinari, montaggio e sceneggiatura ottime,
musiche o meglio vocii molto particolari. Altrettanto
particolare il contesto. In una ruota
panoramica,lassù,in quel posto assurdo e impensabile che
possono nascere i primi segni di interessamento tra un
ragazzo e una ragazza. Lui timido e buffo, si interessa
da lontano con lo sguardo a lei, lei, invece,esuberante
si accorge dopo degli sguardi dolci e timidi del ragazzo
che si trova accanto nella giostra. Ciò significa che
qualunque cosa nasce dalla casualità, qualunque cosa è
sorretta da essa!
Marco Papandrea, voto 5,5
Sceneggiatura semplice... il video racconta della
timidezza del ragazzo che sale sull'attrazione e della
ragazza che capisce i suoi sentimenti. Le musiche di
sottofondo risultano azzeccate.
Francesco Macrì, voto: 8
E' incredibile quanto l'attore di questo cortometraggio
riesca a comunicare senza dire nulla. Una dichiarazione
d'amore che non trova voce, quella che lui fa alla
ragazza con cui fa un giro in giostra. L'unico momento
in cui c'è una comunicazione verbale tra i due avviene
quando, prima di salire sulla giostra lei gli chiede di
spostarsi perchè gli ostruiva la visuale. Inizia il
giro, non una parola, ma intensi sguardi che il regista
ha ben catturato. I colori esplosivi del luna park
rendono l'idea di festa e di frenesia. Il ritmo ben
sostenuto viene spezzato nel momento in cui inizia un
rallenty e tutto si concentra su gli sguardi loquaci dei
due ragazzi, lui timido lei più estrosa e sorridente.
Luca Antico, voto : 8
Il filmato è incentrato sui due personaggi, la
scenografia quasi non servirebbe comunque belle le luci
delle giostre; come dicevo il personaggi sono il punto
chiave del corto. Ci sono i due ragazzi che salgono
sulla giostra e si vede l' incapacità del ragazzo nell'
esprimere l'amore che prova per lei, (l'
incomunicabilità), ad un certo punto gli occhi dei due
ragazzi si incontrano e lei capisce, però come la
giostra si ferma la ragazza scende e va via. a questo
punto mi vengono in mente due citazioni "cogli l' attimo
" e " vivi ogni giorno come se fosse l'ultimo", non
bisogna aver paura altrimenti le occasioni che capitano
ci sfuggono e non sapremo mai se ci possono ritornare.
Bello.
Paola Romeo, voto : 6
Un po’ anni 80 L’idea poteva essere bella. Tenera.
Azzeccata. La giostra anche. Il luna park la scenografia
perfetta, ma lui non mi è piaciuto per niente. Non ha
nulla dell’adolescente. Non mi sono intenerita
guardandolo e non mi è affatto dispiaciuto che lei se ne
sia andata dalla giostra senza nemmeno guardarlo.
6
. Big Mouth, di Henry Darke, Gran Bretagna, 2010, 14’Bud ha 19 anni ed è sordomuto. Anche a causa della sua ostinazione, non ha un buon rapporto con la sua famiglia. Il suo migliore amico - anche lui incapace a udire e parlare - sta per lasciare la città, e Bud dovrà imparare a fare a meno del suo supporto. Tra Meadows e Loach, il giovane Henry Drake pianta le basi nella tradizione del cinema sociale british, rivelando grande freschezza e talento. I due protagonisti, veri sordomuti, fanno il resto. Sceneggiato con Harry Wootliff, autrice di Trip, in concorso al MFF nel 2008.
totale : 43,5 (6+1)
Marco Papandrea, voto: 7,5
Discreta sceneggiatura, discrete anche le riprese. Il
cortometraggio racconta della vita di un ragazzo sordo
muto e delle difficoltà che si possono incontrare in
queste situazioni. Le musiche di sottofondo risultano
abbastanza azzecate.
Lucia Iannò, voto: 7
Sceneggiatura di effetto, molto particolari le immagini.
Anche il contenuto del video. Bud,sordomuto,non avendo
un buon rapporto con la sua famiglia cerca riparo nel
suo migliore amico. Con lui trascorrono del tempo
insieme,ballano,si sfidano,scherzano; tutto ciò che due
amici che si vogliono bene fanno,purtroppo bud non sà
che il suo migliore amico dovrà lasciare la città. Dopo
averglielo detto,litigano e viene perseguitato da dei
bambocci riesce a nascondersi,così dopo un'ennesima
litigata con i genitori,riesce a trovare sostegno nella
musica. Corto molto particolare,insegna molto,ognuno non
deve contare mai sulla spalle dell'altro o perlomeno
deve anche pensare che da un giorno all'altro,l'altro se
ne possa andare; come Bud,ha reagito benissimo.
Pietro Furfaro, voto : 6
Buon cortometraggio, molto interessante la storia del
ragazzo sordomuto protagonista del corto di Henry Darke.
Foto buone , musica/suoni discreti.
Francesco Macrì, voto: 9
Henry Darke mette in luce i problemi che può avere un
sordomuto, che si intensificano nel caso di Bud,
protagonista del film, che oltre a essere incapace di
udire, è un personaggio molto duro e dal carattere
difficile. Un bellissimo montaggio audio-video unito ad
un sapiente uso della macchina da presa e
all’interpretazione degli attori fanno di questo film un
lavoro intenso, forte e molto apprezzabile.
Serena Catignani, voto: 7
Trovo originale la scelta dei personaggi, ed è
interessante il linguaggio delle immagini ed il
contenuto da esse trasmesso. Anche la fotografia è
chiara e spesso la velocità delle immagini combacia con
i tempi delle scene. Al mio modesto giudizio è piaciuto,
ma non mi ha emozionata.
Luca Antico, voto : 6
Il corto fa vivere il dramma di un ragazzo portatore di
handicap, sordomuto. Bud e' un ragazzo di soli 19 anni,
ha un rapporto difficile con i genitori, ma poi sarà
anche abbandonato dal suo amico, che vuole andare via
dalla sua città. I due ragazzi hanno un approccio
differente con la vita ma lo stesso entusiasmo dei loro
coetanei. Felice il rapporto tra suono e immagini,
efficaci i sottotitoli. Un esempio straordinario di
sordità cinematografica.
Paola Romeo, voto : 8
Bella la regia. Tenera la storia. Splendida la
scenografia. Giusta drammaticità.
7
. Come a Cassano, di Pippo Mezzapesa, Italia, 2006, 14’Bari Vecchia. Un ragazzino di dodici anni si dirige verso il campo per una nuova importante partita. Ha la passione per il calcio giocato tra viottoli assolati e campetti polverosi. Si chiama Antonio Cassano.
totale : 45,0 (6)
Luca Antico, voto : 8
il corto parla di un argomento appassionante, il calcio.
E’ girato nei vicoli di Bari vecchia e gioca sulla
somiglianza di un bambino con il calciatore Cassano. il
bambino come il calciatore ama il calcio e vuole
diventare un professionista, ma nella vita bisogna avere
talento altrimenti é difficile raggiungere i propri
sogni. ed il bambino corre con la sua palla per le vie
del centro storico sognando di diventare un campione.
Insomma e' la storia di tanti bambini che sognano di
diventare come i propri idoli, ma a volte i sogni si
infrangono. Carino
Francesco Macrì, voto:
6,5
Il film si presenta leggero, brioso e solare. Girato
nella Bari vecchia, ci sono belle luci. Il sole di
Puglia accende gli occhi di Antonio, il nostro
protagonista, che vorrebbe giocare a calcio nella sua
squadra. Mentre i compagni, al momento dell' ingresso in
campo salutano la Madonna, lui, si rivolge ad
un'immagine del suo idolo, Antonio Cassano, suo omonimo,
e gli chiede soltanto di farlo giocare. La preghiera
però non viene ascoltata e il ragazzo, ancora una volta
sta in panchina. La fotografia è discreta, interessanti
i viottoli di Bari vecchia. Il montaggio è lineare, ma è
la colonna sonora a tirare su il ritmo del film con
delle belle musiche.
Lucia Iannò, voto: 7,5
Corto molto comune, particolare e divertente. Il ragazzo
Antonio Cassano,gironzola per la città calciando una
lattina,il suo grande sogno è giocare a calcio
appunto,arriva il momento di giocare la sua partita ma è
in panchina,così cerca di fare di tutto per partecipare
a quella partita! Ma niente da fare! Film molto
particolare,montaggio e struttura ottime!
Pietro Furfaro, voto :
8
Cortometraggio molto bello quello che ritrae la vita del
piccolo Cassano nella Bari vecchia. Tutti noi da piccoli
pensavamo di diventare giocatori ad alti livelli, magari
come nel video ispirandoci a qualche giocatore famoso.
Strutturazione del corto ad alti livelli.
Paola Romeo, voto : 7
Sguaiato. Paesano. Musica azzeccata. Fotografia pure. La
“a” del titolo è riuscitissima. Sembra proprio un film.
8. Diesis 3, di Franke Frigo, Italia, 2009, 12’
Una notte in macchina, tra radiotrasmittenti e parole d’ordine, per giocare a un disumano tiro al bersaglio. Terzo capitolo di una trilogia sulle “brevi dalla società liquida”, il film diventa una metafora agghiacciante di certi atteggiamenti italiani. Estremo nella regia, tra ralenti e piani cortissimi, paradossale nella storia: un cortometraggio che ha il potere di evocare l’orrore contemporaneo, senza freni.
totale : 39,5 (6)
Francesco Macrì, voto:
7
Storia al limite dell' incredibile, quella raccontata in
"Diesis III". Tutto è estremo in questo cortomentraggio.
Dialoghi ridotti all'osso, parole d'ordine e codici per
comunicare, effetti audio scarni e musiche a tratti
martellanti percettibili sullo sfondo. Al di là della
storia, delle musiche, del montaggio una fotografia
molto difficile, dura ma ben riuscita, rappresenta il
miglior lato del film. Il buio sfiora la luce che fa
vedere le sagome dei personaggi, fino a coglierne l'
espressione dei volti tra terrore e inquietudine.
Lucia Iannò, voto: 8
Film ben strutturato e mozzafiato. Dagli effetti
straordinari,e dal montaggio eccezionale! Musiche
pertinenti e calibrate,bass a volte troppo alti.
Tralasciando la morfologia del video,esso è molto
particolare,bello e difficile da capire. Dall'uso delle
parole in codice,degli sguardi,dati e non dati. Sempre
un pò come vivere in un gioco di Mafia!
Luca Antico, voto :
6,5
Il corto si presenta come un film che vuole far
riflettere sugli aspetti peggiori della società : la
morte. Il video ci spinge a farci delle domande, insomma
a riflettere sul nostro quotidiano. Le scene sono sempre
in notturna, rarissimi i dialoghi, il ritmo è definito
dalla musica che tiene lo spettatore con il fiato
sospeso per poi arrivare al finale "crudo" !
Paola Romeo, voto : 4
Buio. Troppo. Scuro. Il giusto per il genere. Notizia da
Tg: quello che è veramente successo quando, il giorno
dopo l’inviato viene chiamato a fare il collegamento in
diretta dal luogo del crimine. Pochi i dialoghi
chiarificatori. Lento. Troppe ombre. Idea non ben
definita. Sulla fotografia non mi pronuncio: io non l’ho
vista. L’unica cosa che si salva è forse il titolo.
Certo solo se fosse in riferimento stretto alla nota
musicale, cosa che dubito altamente. Uno degli attori,
quello principale (il protagonista?) ha una vaga
somiglianza con il grande Al. Sperando che tali
recensioni non oltrepassino l’oceano, poiché si parva
licet componere magnis.
Pietro Furfaro, voto : 7
L'opera di di Franke Frigo rispecchia pienamente ciò che
sta accadendo in Italia in questi ultimi anni. Suoni e
immagini adatte al contesto.
Marco Papandrea, voto : 7
Cortometraggio ben girato. Discrete le riprese, il video
riesce a farti immedesimare nel racconto che appare
agghiacciante.
9. Don’t Worry, di Giacomo Agnetti, Italia, 2009, 7’
Uno speaker ci accompagna serenamente nel suo ragionamento che passo dopo passo vede l’umanità finire nel cestino del software divino. Un allegra dimostrazione, con tono da mockumentary, di quanto l’uomo si sia impegnato per crearsi e creare problemi. Un film, tra animazione e grafica, che sembra arrivare da un osservatore di un altro pianeta, mentre è del nostro, con qualche disincanto in meno.
totale : 42,5 (6)
Luca Antico, voto : 7,5
Lucia Iannò, voto: 7,5
Montaggio e sceneggiatura strepitosi! Effetti grafici
bellissimi! Questo corto comico-realistico,è davvero
interessante e significativo,è tutto un ragionamento
interessantissimo,che parte dalla vista,da un cane che
abbaia e va a finire ad una insignificante formica!
tutto ciò perché la vita,il tempo,le situazioni cambiano
ma restano sempre come sono!
Francesco Macrì, voto: 6
Non è molto rassicurante un ragionamento che finisce col
mettere l'uomo nel cestino del computer divino. Parlando
del dettaglio e del suo contrario, l'immenso, la voce
narrante ci fa riflettere su le cose che abbiamo sotto
gli occhi e non vediamo e su l'entità suprema che noi
pensiamo abbia creato il mondo. In entrambi i casi si
sottolinea una certo uso sconsiderato del nostro
cervello. Il video ha un montaggio frizzante, in cui
lenti movimenti si alternano a rapidissime successioni
di frame. La costruzione è riuscita e le musiche
sostengono discretamente l'andamento delle immagini.
Paola Romeo, voto : 8
Voce da documentario. Video simpatico. Divertente,
rilassante. Un po cartone animato. Per niente scontato
come invece vorrebbe sembrare. Incalzante. Senza
pretese, proprio per questo efficace. Carini i disegni.
Semplici, da diapositiva. Delirante il giusto.
Istruttivo. Fotografia che ricorda vagamente gli anni 60
(o 80?), come le vecchie polaroid. Un incanto. Quasi una
famosa filastrocca mischiata alla sapienza di nozioni di
stampo nettamente scientifico, senza tuttavia aggiungere
nulla di nuovo a quelli che sono i capisaldi della
conoscenza. Avrebbe potuto essere più dissacrante ma va
bene cosi.
Pietro Furfaro, voto :
7
Corto buono,affascinante la fantasia dell'autore nel
dimostrare la capacità dell'uomo di creare problemi a se
e agli altri. Immagini e suoni particolari.
Marco Papandrea, voto
: 6,5
Corto molto divertente e riflessivo. Il video racconta
di quanto l'uomo vedendo le cose superficialmente, non
possa capire ciò che ha davanti. Bella l'idea del
racconto con uno speaker mentre scorrono immagini.
Sufficienti le musiche di sottofondo.
10. Galetten, di John Hellberg, Svezia, 2008, 22’
Per scandagliare i comportamenti umani, gli autori scandinavi spesso inseriscono i loro personaggi in situazioni al limite del sopportabile, scatenando reazioni imprevedibili (vedi Dogma). Come ci comporteremmo se un nostro amico carissimo ci chiedesse di fidarci totalmente di lui? A tutti sarà capitato, quel imbarazzo difficile da accettare, complicato da gestire. Simon chiede ai suoi due migliori amici di prendersi un giorno di ferie per fare qualcosa di davvero speciale. Controvoglia, accetteranno. Nell’imbarazzo della situazione, quale sarà la loro reazione?
totale : 43,5 (6)
Luca Antico, voto 6
Il film Galetten studia la psiche e i comportamenti
dell' uomo in base a determinati eventi, c'e' Simon che
chiede ai suoi due emici e colleghi di assentarsi dal
lavoro per andare con lui ma senza spiegare loro cosa
devono fare, ovviamente ogni amico quando gli viene
chiesto un favore accetta anche senza sapere di cosa si
tratta. I colleghi di Simon essendo ignari di cosa
devono fare vanno a casa dell' amico a prenderlo e da li
si aprirà un nuovo destino e saranno tutti complici di
quel che accadrà.
Lucia Iannò, voto 9
Musiche strepitose,pertinenti nel contesto del
corto,montaggio e sceneggiatura altrettanto belli! Poi
il contenuto è davvero giusto,e molto esauriente! Beh,
cosa non si farebbe per gli amici? Per quell'amico che
consideri come un fratello per te? Arriveremmo a tutto
pur si assecondarlo,pur di fargli sentire che su di noi
può contare! Così, è Galetten, un corto davvero
emozionante, reso tale anche, appunto, dalle musiche!
Pietro Furfaro, voto : 9
Eccellente il cortometraggio che ci viene proposto da
John Hellberg. Quasi tutti abbiamo vissuto situazioni
sgradevoli e poco convenienti, soprattutto se queste
sono frutto della richiesta d'aiuto di un nostro caro
amico. Montaggio delle musiche e delle immagino ottimo.
Francesco Macrì, voto:
6,5
Strano personaggio il protagonista di "Galetten", tanto
da chiedere ai suoi migliori amici di prendersi un
giorno di pausa dal lavoro per portarli in una foresta e
dire loro di volerli bene, il tutto dopo aver gettato
alcuni litri di latte in un fosso e averci messo attorno
delle candele accese. La battuta finale però, è
incredibile. Simon, il protagonista, dirà agli amici di
averli portati lì per dire loro che è il migliore! Il
film al di là delle storia si presenta discretamente
costruito nel montaggio, un pò troppo epiche le musiche,
ma tutto sommato ha un suo ritmo.
Marco Papandrea,
voto : 7
Sceneggiatura discreta, discrete le riprese. Le musiche
di sottofono risultano abbastanza azzeccate. La lunga
durata del cortometraggio lo rende un poco monotono.
Paola Romeo, voto : 6
Musica fin troppo carica. Così misterioso da sembrare
ironico.
11. Il pianeta perfetto, di Astutillo Smeriglia, Italia, 2010, 8’
Esiste un pianeta dove tutto va per il meglio: non ci sono delitti né ladri, non ci sono guerre né malattie. Un pianeta quasi perfetto, almeno per lo spettatore, perché abitato, kafkianamente, solo da gentilissimi scarafaggi. Basta non abbellire un brano musicale mentre lo si esegue per finire in tribunale e capire qual è la vera condanna, tutta umana. Un film di animazione di Astutillo Smeriglia, autoprodotto, che conferma un talento: saper creare mondi che raccontano, tra risate surreali, del nostro.
totale : 41,5 (6)
Luca Antico,
voto 6
Il film "Il pianeta perfetto" é un corto d'animazione
che narra una situazione paradossale. É ambientato in un
pianeta dove tutto é bello e dove tutto scorre
tranquillamente. É presentato con tecnica narrativa, c'é
una voce che introduce il racconto, alternata da giochi
di silenzio sempre narrativo. Carine anche le musiche;
geniali i disegni. il genere del cartoon non mi
appassiona comunque piacevole.
Francesco Macrì, voto: 6,5
Da una surreale idea di un pianeta perfetto, che poi si
scopre alla fine potrebbe non essere tale, Arturo
Smeriglia ha fatto nascere un simpatico film di
animazione. Un pò troppo statici i movimenti dei disegni
e il montaggio, ben riuscita invece la colonna sonora
per la maggior parte costituita da musica barocca, che,
lascia spazio a quella contemporanea quando appaiono le
prove che incrimineranno l'imputato, colpevole soltanto
di avere suonato un brano senza abbellimenti.
Lucia Iannò, voto : 9
Film davvero strepitoso ! É senza dubbio un film
costruttivo, davvero eccezionale ! Con un montaggio e
sceneggiatura particolari e immagini bellissime ! É un
corto molto bello, il mondo perfetto, o almeno
all'apparenza, popolato da semplici scarafaggi, è un po’
come quel mondo blando in cui viviamo noi; quindi,
avvocati, giudici, poliziotti e macchine ! Qualunque
cosa popolata da un essere vivente non sarà mai perfetta
!
Paola Romeo,
voto : 7
I disegni semplicissimi,infantili. Gli scarafaggi mi
hanno lasciata un po perplessa ma forse si tratta della
mia avversione per gli insetti. Forse ho strani ricordi
della metamorfosi di Kafka. Forse un mondo perfetto
abitato da animali cosi non è poi cosi perfetto. Ne con
ne senza baffi. Azzeccate le musiche e anche la voce
narrante. L’inizio prometteva bene. La fine non è male.
E’ quello che c’è nel mezzo che non mi ha convinto, a
parte qualche genialata fornita dalla famosa voce. Nel
complesso più che accettabile.
Pietro Furfaro, voto 6
Cortometraggio molto divertente,affascinante l'idea
surreale di un mondo perfetto. Giudici che non hanno
nulla da giudicare e poliziotti che non hanno nulla da
incriminare. Immagini e suoni discreti.
Marco Papandrea, voto : 7
Il cortometraggio racconta di un mondo che all'apparenza
pare perfetto ma in realtà non si rivela poi così. La
sceneggiatura è particolare ma si rivela buona.
Azzeccate le musiche di sottofondo.
12. L’art délicat de la matraque, di Jean-Gabriel Périot, Francia, 2009, 3’
Sulle potenti note di This is not a love song, scorrono sullo schermo immagini di repertorio di pestaggi della polizia sui civili. Il regista Jean Gabriel Périot prosegue nel suo personale percorso di recupero della memoria e di lettura della storia e della violenza attraverso il montaggio di materiali d’archivio. Questo film fa parte di un’opera collettiva, Outrage & Rebellion, nata in seguito a un’aggressione della polizia a Montreuil il 9 luglio 2009.
totale : 35,5 (6)
Luca Antico, voto : 6
L’art délicat de la matraque è la sperimentazione di un
video al confine tra il documentario, non è altro che un
ritaglio e un incolla di immagini di archivio che
vengono sapientemente montate in modo da far capire allo
spettatore il tema chiave che e' la violenza.
Lucia Iannò, voto: 5
Questo corto-documentario,montato sulla canzone,This is
not a love song, a mio gusto troppo forte,non mi piace!
Rende peraltro anche il corto troppo confusionario.
Anche se il tema è incentrato davvero bene! Riguardante
di un tema ormai discusso nella nostra società,la
violenza. Il montaggio è ottimo,certo magari con un
sottofondo migliore. Sarebbe stato di più buon gusto.
Francesco Macrì, voto: 5,5
Si può realizzare un prodotto audiovisivo senza girare
nemmeno un minuto di pellicola. "L'art dèlicat de la
matraque" ne è la prova, ma è solo un piccolo saggio di
un genere che ultimamente sta prendendo piede presso i
filmaker. "1960" ad esempio, documentario presentato da
Gabriele Salvatores alla Mostra del Cinema di Venezia
2010, è stato realizzato interamente con immagini di
repertorio. Per tornare al nostro corto documentario,
tutto è il montaggio, ovviamente. Jean-Gabriel Périot
non sempre riesce ad alternare campi stretti a campi
larghi, un pò inflazionate la scelta di ripetere in
sequenza un certo numero di scene. Il ritmo, scandito
dal brano "This is not a love song", non sempre viene
seguito dalle immagini che comunque hanno un'andatura
accettabile.
Marco Papandrea, voto
: 8
Il cortometraggio racconta di scene di pestaggi civili
da parte della polizia. Buone le riprese, non mi è
piaciuta molto la musica di sottofondo che sembra
svalutare il messaggio che le immagini già raccontano da
se.
Pietro Furfaro, voto: 5
Cortometraggio troppo confusionario,si poteva esprimere
lo stesso concetto utilizzando immagini e suoni diversi.
Montaggio molto contorto, a mio parere la musica non
centra nulla con le immagini.
Paola Romeo, voto : 6
Più che un corto un documentario. Esemplare. Crudele.
Vero. Bella la canzone.
13.Please Say Something, di David OReilly, Irlanda, 2009, 10’
Lui è un topo, lei una gatta: la coppia classica del cinema d animazione ritorna in un mondo in 3D scarnificato ed essenziale, perfetto per travolgere le emozioni. Dopo anni di combattimenti provano ad amarsi, ma non è una vita facile quando il topo è un romanziere in crisi e lei è timida. Un piccolo capolavoro, scandito in rapidissimi episodi tra risate e isteria, per una nuova frontiera dell’animazione.
totale : 42,0 (6)
Lucia Iannò, voto: 8
Film divertente! Sembra come tornare indietro nel tempo
e rivivere quei momenti in cui io ero seduta sul divano
e Boing trasmetteva questi cartoni privi di logica,ma
reali. Lui topo,lei una gatta. Si direbbe,come faranno
mai a stare insieme? Non vi è un reale contrasto tra i
due esseri viventi? E invece non è proprio questo il
problema centrale! Lei è insicura, ma lui è troppo
legato al suo lavoro. Corto carino!
Marco Papandrea, voto
: 8
Cortometraggio molto carino. Le scene sono buone ma un
po’ caotiche. Il cortometraggio racconta di una storia
tra una gatte e un topo, una coppia molto improbabile ma
che ha sempre fatto divertire. Buone le musiche di
sottofondo.
Luca Antico, voto: 7
Please Say Something è un corto d' animazione che narra
il rapporto complicato tra un gatto ed un topo, rapporto
che si alterna con varie crisi. il film è un insieme di
piu' episodi, il disegno è molto semplice e viene usata
la tecnica del 3D. Molto simpatico.
Pietro Furfaro, voto :
7
Buon cortometraggio, divertente riscoprire la classica
lotta stravolgersi con una ,quasi assurda, storia
d'amore tra il gatto e il topo in modalità 3 D. Ottimo
montaggio di audio e video.
Francesco Macrì, voto
: 6
L'evoluzione del cinema di animazione oltre che da un
fattore tecnico dipende dalle idee e dal modo di
presentare un film da parte di un autore. "Please say
something" è uno di quei film di animazione che non si
vedono spesso. Scarno, forse troppo nei disegni, in un
paesaggio urbano in cui raramente si vedono ombre, le
azioni sono quasi meccaniche e i suoni sintetici ma non
fastidiosi fanno pensare ad un mondo surreale in cui c'
è una dimensione avulsa da colori, luci calde, ombre e
odori. Il tutto racchiude la storia di una simpatica
coppia, un gatto e un topo, divisa in piccoli episodi
che sembra le diano un po' ritmo.
Paola Romeo, voto : 6
Strani i disegni. Simpatici. Inconsueti. Insoliti.
Potrebbero diventare icone. Ma ora ancora no.
14. Regila (On Leave), di Asaf Saban, Israele, 2009, 15’
Questa non è la storia di un male specifico che attanaglia un personaggio preciso, un soldato israeliano in licenza. È la storia di un male oscuro che è incurabile: la guerra. Ora, il nostro è giovane, e agisce di impulso. La famiglia cerca di interpretarne gli strani comportamenti, dettati quasi da una fame inspiegabile. Di libertà, di novità, di sesso. E invece, il male si aggira. Film di diploma di un giovane talento del cinema israeliano, una storia dura come un sasso che non si riesce a mandare giù. Per fortuna.
totale : 42,50 (6)
Lucia Iannò, voto: 6
Film carino,molto suggestivo. Sceneggiatura e musiche
belle,anche se il contenuto è molto banale. Questo
soldato,scosso e turbato profondamente da quel mondo
irruento e crudele come la guerra. I familiari non si
danno tregua,non si spiegano gli atteggiamenti del
ragazzo.
Francesco Macrì, voto: 8
E difficile interpretare i comportamenti strani di un
giovane soldato insofferente della sua condizione,
taciturno, schivo. Tutti intorno a lui cercano di capire
dove è nascosto il suo malessere, invano. Un storia
dura, costruita bene nei dettagli e nell'andatura
volutamente soffocata, il tutto ben sostenuto da una
buona interpretazione del protagonista.
Marco Papandrea, voto: 8.5
Video molto bello e girato bene. Buone le riprese. Il
cortometraggio racconta di quanto sia difficile
riprendere una vita normale dopo la guerra. Forte il
messaggio sociale.
Luca Antico, voto : 6
Questo filmato racconta la storia di un soldato in
congedo e descrive la condizione della guerra. Il
giovane soldato si comporta in modo impulsivo,
esprimendo la sua inspiegabile voglia di libertà, di
fare delle nuove esperienze e che la sua famiglia tenta
in qualche modo di capire. Purtroppo il male come si sa
è sempre presente e prima o poi si manifesta. insomma il
filmato racconta una storia dura e cruda.
Pietro Furfaro, voto: 7
Buon cortometraggio,contenuti ottimi. Particolare la
storia di questo soldato in licenza. Perfetta la
composizione di immagini e suono.
Paola Romeo, voto : 7
Chiara la regia. Pochi i dialoghi ma esplicative le
espressioni dei volti. E’ molto forte. Alcune volte poco
sostenibile. Chissà, chissà cosa pensa un ragazzo che ha
sparato e a cui hanno sparato. Un ragazzo che ha giocato
prima con i soldatini in miniatura e poi con le armi
vere. Chissà cosa ti lascia dentro la guerra. Chissà se
ti lascia la guerra.
15. Ritratto di un private banker, di Ricky Farina, Italia, 2009, 10’
Un uomo al mare racconta la sua vita, il suo lavoro, i suoi amori: tutti vissuti nella tradizione berlusconiana. Un versante della medaglia poco presente al cinema, ripreso in diretta da Ricky Farina. L’uomo adagiato tra gli arredi dei bagni Twiga di Forte dei Marmi parla e lo spettatore incontra uno spicchio della soddisfatta ambiguità morale dominante.
totale : 33,50 (6)
Lucia Iannò, voto: 5
Corto informativo e espansivo,montaggio
carino,quest'uomo in riva al amre decide di raccontare
di se! Tutte le avventure che ha avuto modo di fare e di
vivere. Nè parla con gioia senza nessun pentimento su
quello che ha fatto,senza nessun rammarico. Certo un pò
troppo ricco ha potuto godere di tutti i lussi e gli
sfizi che la sua mente voleva.
Francesco Macrì, voto:
6,5
Dal punto di vista dell'arte cinematografica "Ritratto
di un private banker" potrebbe non avere nulla di
eccezionale. La fotografia ha una buona luce, ma è il
minimo considerando la location, il montaggio molto
statico, le musiche poi prese dal film "Scuola di
polizia" le definirei accettabili. Ma nella scelta delle
battute Ricky Farina ha saputo coglierne alcune davvero
interessanti: "'80, '81, si vendevano i contratti
atipici, non c'era regolamentazione, non c'erano nemmeno
i fondi comuni"; "se tu una persona la fai muovere solo
per soldi, si, la sposti, ma se la fai muovere per un
credo, per una religione, la fai volare"; "non bisogna
prendersi davvero sul serio, non bisogna essere
bacchettoni"; "Anna mi lascia per uno che aveva quasi
cinquanta anni, la pancia e la barba! Però non la
portava in tenda, la portava a Montecarlo. Avrò passato
sei mesi a chiedermi perché una ragazza di diciotto anni
e mezzo come me uscisse con uno di cinquanta. Per
fortuna l'ho capito adesso".
Marco Papandrea, voto: 6
Questo cortometraggio racconta di un uomo che parla
della sua vita, di come è diventato ricco e un pò della
sua storia. Buone le riprese e il montaggio, sufficienti
le musiche di sottofondo.
Luca Antico, voto : 5
Filmato con poca scenografia tutto gira sul personaggio
che racconta la sua vita (fa un vero e proprio ritratto
di se ). nulla di eccezionale forse il regista voleva
copiare il grande Alberto Sordi che nei suoi film non
faceva altro che riportare il ritratto e gli elementi o
meglio le persone che rappresentavano l'italiano medio
di quel periodo. non mi è piaciuto.
Pietro Furfaro, voto : 5
Suoni, immagini e riprese buone. Contenuti discreti,
discreta anche la storia raccontata dal protagonista. A
mio parere assurda, troppo sfarzo nella vita di
quest'uomo.
Paola Romeo, voto : 6
Un ritratto si. Rivoltante. E cosa più assurda
verissimo. La gente “da bere” o “da bene” che è più
presente di quello che si crede nel nostro paese. Vero.
OHMYGOD, It’s true!!!! Forse troppo intervista.
16. Stato privato, di Luigi Marmo, Italia, 2009, 14’
Un uomo viene licenziato, un altro scompare, si prepara una bomba molotov e un video del presidente Calamandrei ricorda un articolo della Costituzione: lo Stato dovrebbe togliere gli impedimenti allo sviluppo di ciascuno. Il film di Luigi Marmo usa una narrativa spezzata e claustrofobica per mettere in scena un attentato simbolico all’Italia e al suo divenire. Lo fa riuscendo a dare corpo ai versi che appaiono sullo schermo: Troppo comoda e composta è la mia generazione / poveri noi in solitudine non si fa la rivoluzione.
totale : 41,0 (6)
Lucia Iannò, voto: 7
Con questo sottofondo di una stampante che sputa fuori
fogli tutti uguali si gira quasi tutto il succo del
corto. Due uomini,uno licenziato l'altro spuf! Sparito!
C'è un attentato in corso,ma viene fuori un fondamentale
articolo della Costituzione. Corto carino,con delle
sfumature e con una sceneggiatura particolari e un
contenuto significativo.
Francesco Macrì, voto 6
E' facile in un momento di crisi come quello che stiamo
attraversando ricordare un articolo della costituzione
che dice che lo stato dovrebbe togliere gli impedimenti
allo sviluppo di ciascuno. Si rischia di sconfinare
nella retorica dei diritti del cittadino. Senza parlare
di doveri. Al di là della sceneggiatura il film è
scandito da musiche eccezionali, e un ottimo utilizzo
dei suoni ambientali. Un buon ritmo, a volte spezzato
si, ma comunque intenso e sofferto unito ad una
fotografia cupa, rende intensa questa narrazione di un
ipotetico attentato all' Italia.
Marco Papandrea, voto: 7
Video girato abbastanza bene. Sufficiente risulta il
montaggio, buone le riprese e la musica di sottofondo.
Il cortometraggio ci fa riflettere su alcuni principi
della nostra Costituzione, non si capisce però ne a chi
viene fatto l'attentato ne perché, forse per qualche
gesto patriottico.
Luca Antico, voto : 7
Il corto stato privato parla dei problemi di carattere
sociale che ci sono in Italia, e si vede la preparazione
di un' attentato. si mette in discussione l'articolo 3
della costituzione in quanto la repubblica non riesce a
rispettare i principi fondamentali e questo diventa
motivo di rabbia, penso comunque che sia anche compito
dei cittadini cambiare le cose per migliorarle e che la
colpa non sia solo dello stato. fa pensare ....
Pietro Furfaro, voto 7
Film molto bello,a mio parere rappresenta ciò che accade
da una decina di anni in Italia. Musiche e immagini
molto rappresentanti, soprattutto i versi che si
ripetono nel video.
Paola Romeo, voto : 7
Strane le luci, alcune troppo belle. Anche se i
personaggi si muovono mi sembra tutto un po’ troppo
statico. Significativissime le frasi che spezzano alcuni
fotogrammi. Surreale ma concretissimo.
17. Une leçon particulière, di Raphaël Chevènement, Francia, 2007, 10’
Cyril ha 16 anni, la sua insegnante, Eva, 27. Un pomeriggio come un altro, in casa di lui; una lezione privata di letteratura francese, proprio come tante. O forse no, perché questa volta l’oggetto della spiegazione è un poema d’amore di Victor Hugo. Un poema che racconta i giochi di seduzione tra uomini e donne appartenenti a un tempo lontano dal nostro, in cui gesti e parole avevano un significato diverso. O forse no. Tra Truffaut e Rohmer, la lezione privata si carica di erotismo sotterraneo e di teneri doppi sensi.
totale : 45,0 (6)
Lucia Iannò,
voto: 7,5
Montaggio, sceneggiatura e immagini ottimi,contenuto un
po’ troppo sottile. questo ragazzo e l'insegnante, un
caldo pomeriggio come altri già trascorsi si trovano a
parlare di un poema d'amore. Il ragazzo sedicenne,
imbarazzatissimo, riesce comunque a rispondere alle
domande dell'insegnante. Si trovano a parlare dei
ragazzi che si baciano,che si sfiorano le labbra.
Francesco Macrì,
voto: 9
Due personaggi, un uomo e una donna, e un libro.
Classico quadro della letteratura amorosa. Questa volta
l'interessantissimo escamotage usato dallo sceneggiatore
è dato dalla creazione di una lezione "particolare", in
cui la giovane prof, più grande dello studente
sedicenne, spiega al ragazzo alcuni passi di un poema di
Victor Hugo. Il film ha una bella sceneggiatura cui gli
attori rendono onore con le interpretazioni di due
personaggi che sembrano molto vicini a quelli del poema
che stanno leggendo. Lui giovane, freddo, timido, lei
maggiore in età, simpatica, estroversa. Sapienti i
movimenti di macchina e ben curati i suoni ambientali.
Luca Antico,
voto : 6
Il corto é ambientato in un appartamento dove si tiene
una lezione privata, ci sono uno studente e una
insegnante e si studia un argomento che crea anche dei
momenti di imbarazzo. Il tema é molto sfruttato nel
cinema italiano. simpatico.
Marco Papandrea,
voto: 7.5
Corto ben girato. Buona la sceneggiatura discrete le
riprese. Il video parla di un ragazzo e un insegnante
che discutono di seduzione durante una lezione di
letteratura francese.
Pietro Furfaro,
voto : 7
Ottima sceneggiatura e perfetto montaggio di audio e
video.Nel cortometraggio intitolato "Une leçon
particulière" l'autore ci descrive, a mio parere, il
problema dei giovani di affrontare l'argomento che
tratta Hugo nella sua opera.
Paola Romeo, voto : 8
La storia mi ricorda quella raccontata da Francesca nel
V canto dell’Inferno. Gli attori un po troppo
“francesi”. Nonostante la scena sia abbastanza statica,
ho apprezzato la regia. Poetico. Forse estremamente
banale. Romantico quanto basta per farmelo piacere. Poco
originale forse, ma cosa c’è di nuovo nella passione
(sempre nuova del resto) e nell’amore che “move il sole
e l’altre stelle”?
18. Walrus, di Christophe Reiner, Austria, 2009, 5’
Scena fissa, un gruppo di amici è seduto a un tavolo sul fondo, non sentiamo cosa si dicono. Seguiamo la storia di amore di uno di loro, tutto attraverso una telefonata, con risvolti imprevedibili. Da un regista che ama giocare con il cinema e spiazzare lo spettatore. E come non pensare al Lennon di I am the Warlus - Io sono un tricheco - concepita dall’autore come ossessivo nonsense in risposta a chi cercava a tutti i costi significati reconditi nei suoi brani...
totale : 32,5 (6)
Lucia Iannò, voto: 6
Francesco Macrì, voto:
6,5
L'inizio del corto è caratterizzato da una certa
immobilità che viene interrotta nel momento della rissa
finale, che sembra essere un gesto eccessivo nei
confronti del povero Paul, il protagonista del nostro
film. I suoni ambientali sono stati catturati senza
particolari sforzi e le luci delle lampade in sala sono
equilibrate. Interessante notare che a parte l'immagine
iniziale, quella in cui si vede lo schermo di un
telefonino col messaggio ricevuto, il resto del film è
girato in piano sequenza.
Luca Antico, voto : 5
Il corto si presenta con un ambientazione semplice ed
una telecamera fissa, si osserva l'evolversi della
vicenda da un punto fisso. Comincia con il primo piano
di un cellulare a cui arriva un sms, ci sono degli amici
che sono seduti tranquillamente in un tavolo di un bar,
un ragazzo si alza e si mette a parlare al
cellulare in disparte; il ragazzo cerca di comunicare
con Sarah ma non ci riesce poiché il fratello rende
impossibile la comunicazione, telefonata che poi finirà
male, nascerà una scazzottata tra lui e gli amici.
Marco Papandrea, voto:
5
Cortometraggio molto confuso. Buone e ferme le riprese,
mediocre la sceneggiatura. Il video non rende
comprensibile il perché delle vicende, forse per una
crisi amorosa? Resta inoltre incomprensibile il senso e
il messaggio che si vuole dare, sempre che ne abbia uno.
Pietro Furfaro, voto :
5
Un gruppo di ragazzi ,come altri, riuniti attorno ad un
tavolo di bar a scherzare e parlare tra una birra e
l'altra. Accade l'imprevedibile, tra i ragazzi scoppia
una lite. Cortometraggio molto intricato, a causa della
lingua e delle poche foto si capisce molto poco.
Paola Romeo, voto 5
Scena statica. Troppo. Regia e luci noir, anzi finto
noir. Risvolto imprevedibile e poco credibile. Finale
ironico.
19. Giuditta Levato di Mimmo Raffa, Italia, 27'
Mille storie, una donna, storia di una consigliera di parità. Testimonianze di una donna antimafia.
totale : 47,5 (6)
Marco Papandrea, voto: 10
Cortometraggio molto bello e significativo che racconta
di Giuditta Levato, una donna che ha dato la sua vita
per la libertà. Ottimo il montaggio, mediocri le
riprese. Video molto significativo.
Luca Antico, voto : 7
Il corto narra la storia di un gruppo di donne che
protesta contro l'emanazione di un decreto che
stabilisce l' eliminazione del latifondo e perciò il
diritto di tutti i cittadini di poter coltivare la
terra. Durante la rivolta Giuditta Levato é colpita a
morte da un colpo di fucile sparato da un servo del
latifondista, in punto di morte la povera donna morente
tra l'altro incinta al settimo mese dice, "io sono morta
per loro, sono morta per tutti, ho dato tutto per la
nostra idea ".
Pietro Furfaro, voto : 7
Cortometraggio benfatto,immagini e audio appropriati al
contesto. E' molto importante, a mio parere, ricordare
le persone che sacrificarono la propria vita per il bene
comune, in questo caso per combattere chi vuole togliere
il diritto di poter coltivare la terra.
Lucia Iannò, voto: 8
Montaggio molto significativo, musiche pertinenti.
Questo corto o meglio questo documentario racconta di
Giuditta Levato, la sua storia, dove nacque dove morì,
la famiglia... Ma soprattutto la sua campagna,nel
battersi contro il latifondismo, proprio del Mezzogiorno
all'epoca. Ella si batteva molto sulla libertà,morì e
non risolse nulla!
Francesco Macrì, voto: 7,5
La storia di una lotta per la terra, quella di Giuditta
Levato , raccontata con enfasi e pathos da Mimo Raffa,
ricorda l'impegno e il sacrificio estremo di una
contadina che ha combattuto fino alla morte per
rivendicare un suo diritto, quello di lavorare la terra
che lo Stato aveva concesso. La lotta che Giuditta
portava avanti guardava ai diritti dei contadini e al
futuro dei suoi figli. Questo lei chiedeva, sfamare la
sua famiglia. Una docufiction semplice, dove viene fatto
un buon utilizzo di immagini di repertorio e la voce di
fondo descrive con attenzione la storia di una paladina
dei contadini del Sud.
Paola Romeo, voto 8
Un corto, un documento, un film che mira a farci sentire
in colpa. E ci riesce. Pienamente e a giusto. Per
ricordare. Per non farci dimenticare. Una storia del
sud. Quello vero, a partire dall’accento. Già del colore
della pelle dei personaggi bruciata dal sole del lavoro
nei campi. I vestiti neri delle vedove. Gli scialli
frutto del lavoro e a maglia paziente e veloce da delle
mani già consumate.
20. Kosovo, di chi ? di, Tonia Cartolano, Sky Tg 24, Italia, 8'30"
Un reportage giornalistico sul Kosovo, che dopo la disastrosa guerra dei Balcani cerca una strada per la sua indipendenza.
totale : 44,5 (6)
Marco
Papandrea, voto : 9.5
Reportage molto bello. Questo corto racconta della
storia del Kosovo, ancora non del tutto costruita dove
si respira un aria molto difficile. Ottime le riprese e
ottimo il montaggio.
Luca Antico, voto :
6.5
E' un documento che parla del conflitto del Kosovo
avvenuto tra il 1996 e il 1999. Conflitto armato
riguardante la provincia autonoma serba del Kosovo che
allora faceva parte della repubblica jugoslava, guerra
degli orrori che vanta molti morti tra soldati e civili,
poi conclusasi con il ritiro delle truppe jugoslave dal
Kosovo.
Pietro Furfaro, voto :
7
Ottimo reportage, il montaggio di audio e immagini
rendono il cortometraggio "Kosovo, di chi ?" molto
suggestivo. Nel video vengono ricordati i conflitti
avvenuti durante la sanguinosa guerra del Kosovo e i
danni che sussistono ancora oggi in questi territori.
Lucia Iannò, voto: 8,5
Reportage eccezionale! "Kosovo,tra corruzione,traffici
di armi e droga" Appunto,questo corto parla del
Kosovo,all'epoca del conflitto armato. Dove i traffici
illeciti erano all'ordine del giorno!
Francesco Macrì, voto:
7
Un' inchiesta difficile, quella di Tonia Cartolano,
sulla condizione del Kosovo dopo la prima elezione
avvenuta dalla sua indipendenza del 2008. Lo speciale
documenta alcuni aspetti del paesaggio kosovaro, dove
ancora molto è da costruire. Attraverso le testimonianze
raccolte tra militari, diplomatici, religiosi, civili,
viene fuori l'immagine di uno stato in cui non sembrano
essere superati corruzione, brogli elettorali, traffico
di organi e dove ci sono problemi a realizzare
pienamente la libertà d culto. Il montaggio non sembra
rendere compatto e uniforme questo speciale che tuttavia
ha gran quantità di contenuti e di informazioni.
Paola Romeo, voto : 6
Ok, un reportage. Una notizia di telegiornale. Ma può
dirsi un corto? Ampliando l’accezione del termine
sicuramente. Interessanti senza dubbio le immagini. La
storia è più attuale che mai. E’ la storia di molti
paesi alla fine di una guerra. Importanti le
testimonianze. In una parola: Didascalico.
21. La via dell'Armonia di Fabrizio Di Giammarino,
Italia, 2010
Uno speaker ci accompagna serenamente nel suo ragionamento che passo dopo passo vede l’umanità finire nel cestino del software divino. Un allegra dimostrazione, con tono da mockumentary, di quanto l’uomo si sia impegnato per crearsi e creare problemi. Un film, tra animazione e grafica, che sembra arrivare da un osservatore
totale : 42,0 (6)
Lucia Iannò, voto : 9
Film strepitoso! Riprese, immagini, musiche, montaggio
eccezionali! Anche i flashback sono bellissimi! Film
strepitoso,soprattutto gli effetti grafici riescono a
fare capire bene il contenuto del film. Anche se sarebbe
durato di più sarebbe bastato a capire realmente lo
scopo del corto.
Francesco Macrì, voto:
7,5
I gesti di un atleta che pratica arti marziali
basterebbero da soli a rappresentare una forma della
ricerca della via dell'armonia. Movimenti ora lenti ora
rapidi, scanditi da una profonda concentrazione. Ecco
l'immagine del personaggio del nostro video, ben montato
e soprattutto ben costruito nel rapporto suoni-immagine,
dove la colonna sonora è un tutt' uno coi i movimenti
del personaggio.
Paola Romeo, voto : 6
Azzeccata la musica. Rilassante. Le immagini mi hanno
lasciata un po sconcertata. Non necessariamente male. Un
po psichedeliche, un po zen. Mi sono persa per strada il
significato ultimo del corto. O forse ho poca
immaginazione?
Marco Papandrea, voto:
7
Bel cortometraggio. Ottimi gli effetti ottici e la
musica di sottofondo che si sposa con le immagini.
Tuttavia rimane un cortometraggio che non mi colpisce
molto.
Luca Antico, voto : 6
Scenografia semplice si vede un uomo che si allena su
uno sfondo nero; a volte l'immagine é alterata in modo
da farlo sembrare un fumetto. come sottofondo c'é un
uomo che parla e una musica, la parlata e stile
documentario che fa una spiegazione delle cose anche se
non serve, lo stile del finto documentario serve per far
capire che l' uomo si fa domande anche per cose a cui
non si può dare una spiegazione.
Pietro Furfaro, voto :
6,5
Riprese e montaggio eccellenti, il sottofondo musicale
riesce a trattenere, quasi in estasi, l'osservatore. Purtroppo per le poche
immagini non si riesce a carpire immediatamente il senso
del corto.
22. J.J. cerca casa di Ben Oduwole,
Nigeria, 18'
E' una puntata pilota di una sitcom in italiano, girato a Roma e racconta la storia di un ragazzo nigeriano che affitta non senza difficoltà un appartamento a Roma, e che a causa del canone troppo alto è costretto a dividerlo con un gruppo di suoi amici.
totale : 41,5 (6)
Lucia Iannò, voto: 7,5
Un ragazzo nigeriano decide di acquistare casa a
Roma,ma arrivato all'appuntamento con il portiere,
decide di non dare più l'appartamento al ragazzo con la
scusa che quell'appartamento doveva andare a suo
fratello. Ma voleva soltanto alzare il prezzo per questo
motivo J.J deve dividerlo con altri amici! Molto
particolare e informativo! Sceneggiatura e fotografia
belle.
Francesco Macrì, voto:
7
Cercare casa non è certo facile in una grande città. Per
JJ le cose si complicano nel momento in cui il
proprietario di un appartamento che è andato a visitare
è un po' restio ad affittarglielo quando vede che si
tratta di un ragazzo africano. Ma lui non si perde
d'animo, e alla fine riesce a farsi affittare la casa.
La bellezza del personaggio sta nel saper affrontare i
problemi senza drammatizzare, anzi sempre col sorriso
sulle labbra, magari inventandosi qualche strana storia,
riesce a superare gli ostacoli. Questa puntata pilota
della fiction ha una buon ritmo, semplici i dialoghi e
il montaggio, ben inserite le figure degli attori che
gravitano attorno al protagonista.
Paola Romeo, voto : 5
Ridere? Più che ironico mi è sembrato vero. Ordinaria
amministrazione tra gli affittuari e gli inquilini.
Capisco che avrebbe potuto avere delle puntate come
seguito. Ci starebbero se ben orchestrate.
Marco Papandrea, voto
: 8
Questo cortometraggio racconta di un ragazzo nigeriano
che cerca casa e a causa del suo colore di pelle e della
sua nazionalità questo per lui diventa difficile. Buone
le riprese, discreta la recitazione. Tutta via il corto
purtroppo racconta pezzi di realtà.
Luca Antico, voto : 6
Corto stile sitcom ma di denuncia, infatti parla delle
varie problematiche che incontrano gli extracomunitari
nel trovare un appartamento in affitto. la cosa che
caratterizza il filmato é la simpatia ed il sorriso del
protagonista.
Pietro Furfaro, voto :
8
La puntata pilota di questa sitcom evidenzia i grossi
problemi di discriminazione razziale presenti in Italia.
Montaggio di audio e video perfetti.